Fra pochi giorni le suore di Maria Bambina, che per ben trentadue anni hanno abitato e svolto la loro missione spirituale e di assistenza agli ammalati a Feroleto Antico, si trasferiranno a Lamezia Terme presso l’Oasi Bartolomea. Già da giorni hanno iniziato il trasloco e vanno e vengono da Lamezia. La notizia ha lasciato un pò perplessi molti cittadini abituati ad una presenza quotidiana delle suore in paese, una presenza ritenuta di particolare importanza poiché esse, oltre a partecipare alle varie iniziative parrocchiali, si occupavano anche di assistenza domiciliare agli anziani e agli ammalati ed in particolari momenti anche di assistenza spirituale. E così suor Nazarena, suor Angela e suor Angiolina, solo per citare le ultime tre suore che ultimamente dimoravano ed operavano a Feroleto, presto non le vedremo più nelle nostre chiese, nelle nostre case e per le vie del centro storico. Fra pochi giorni, e precisamente il prossimo 2 ottobre, presso la sala consiliare del municipio di Feroleto Antico, alla presenza dell’amministrazione comunale e della comunità parrocchiale, si svolgerà una manifestazione pubblica di ringraziamento e di saluto alle tre religiose che per tanti anni, unitamente a quelle che si sono avvicendate nel corso di questi tre decenni, hanno operato per il bene della comunità. A farle giungere a Feroleto Antico – correva l’anno 1979 – è stata la volontà e la determinazione dell’allora parroco del tempo don Armando Augello, sacerdote molto attivo che nei suoi dieci anni di attività pastorale (dal 1976 al 1986) ha guidato spiritualmente e fatto progredire la comunità.
Ma alla luce di questa ennesima perdita qualche considerazione mi sembra giusta farla. Sembra proprio che il nostro paese sia destinato a perdere, anno dopo anno, nell’indifferenza generale dei politici, molto tasselli importanti di una storia costruita con grandi sacrifici dai nostri antenati, tasselli che avrebbero potuto dare una spinta in avanti ed aiutare il paese a crescere e migliorare.
Già nel corso del secolo scorso abbiamo assistito alla perdita della pretura, dell’ufficio del registro, di una piccola banca, di un ospedaletto, di un convento degli agostiniani, di un monastero basiliano meglio conosciuto come convento di San Filippo, della chiesa di san Nicola, del castello dei D’Aquino, della caserma dei carabinieri, della scuola Edenet ospitata a palazzo Cosentini e poi ancora, come se non bastasse, l’emigrazione prima per l’America, poi per l’Europa, poi per il nord Italia e recentemente per i paesi e le città limitrofe ci ha privato di molti giovani .
Con la crisi economica e la conseguente emigrazione abbiamo perso anche la nostra rinomata attività artigianale ricca di fabbri, calzolai, falegnami, tessitrici che un tempo costituivano un fiore all’occhiello del nostro paese. Stiamo perdendo anche tante vecchie abitazioni del centro storico con archi e decori di una certa importanza , case vuote che molti proprietari sono costretti a vedere cadere a pezzi poiché nessuno mai ha attuato una politica di incentivazione con sgravi fiscali e contributi a fondo perduto per chi decide di ristrutturarle. E potremmo continuare a citare ancora tante altre cose che ci siamo visti sottrarre tra la quasi indifferenza dei cittadini e la poca determinazione dei politici. E il trasferimento delle suore nella città di Lamezia è l’ultima nostra disavventura, una vicenda che abbiamo appreso a cose fatte.
La domanda che ci poniamo è : “ potevamo fare qualcosa per farle restare?” oppure “ era possibile una loro sistemazione nella casa canonica, adiacente alla chiesa di Santa Maria Maggiore anziché farle alloggiare in abitazioni private?”.
Ma come al solito, alcuni interrogativi ce li poniamo sempre troppo tardi, quando non è più possibile tornare indietro………
FRANCO FALVO