Riporto per intero uno dei tanti articoli pubblicati oggi su molti giornali on line che ci parlano di una nostra compaesana di Ievoli, frazione di Feroleto Antico, che si trova in America per un dottorato di ricerca ed era presente come volontariato alla maratona di Boston essendo un appassionata di podismo. Lei stessa scrive sulla sua pagina Facebbok: Non stavo correndo la maratona,
ero con la mia squadra SRR a fare volontariato distribuendo acqua e gatorad. Quando ci sono state le esplosioni tutto si è fermato abbiamo subito cercato di rintracciare le persone che conoscevamo e io ho fatto sapere che stavo stavo bene! Un corridore si è fermato vicino a noi, era italiano gli ho spiegato cosa era successo e l’ho aiutato a ritornare in albergo e ho fatto così con altre due persone! Ho fatto quello che tutti avrebbero fatto e che hanno fatto in una situazione del genere!
Ma ecco qui di seguito l’articolo :
” Una calabrese tra gli angeli di Boston (tratto dal corriere della Calabria 16 aprile 2013)
Dafne Cardamone, lametina, lavora negli States. Appassionata di podismo, dopo le esplosioni di ieri sera ha prestato i soccorsi come volontaria: «Ho fatto quello che tutti avrebbero fatto». Il sindaco Speranza: «Un gran bel gesto»
Da Lamezia a Boston per motivi di lavoro. Si è trovata “nella notizia”, suo malgrado, Dafne Cardamone, giovane calabrese che lavora alla Boston University School of Medicine: è stata tra i volontari che hanno prestato soccorso ai podisti coinvolti nella duplice esplosione che ha causato poco prima delle 21 di ieri (ora italiana) la morte di almeno 3 persone e il ferimento di decine di altre, tra pubblico e partecipanti alla gara.
La ragazza, che dopo l’Università a Torino ha conseguito il Phd (l’equivalente del dottorato di ricerca) all’Università di San Diego (California), è anche una maratoneta, ma ieri era sul percorso come volontaria. «Il mio angelo custode si chiama Dafne Cardamone – scrive oggi suRepubblica il giornalista-runner Antonio Mascolo, della redazione di Parma – è una volontaria italiana».
«Correre una maratona – ha scritto la Cardamone dopo aver partecipato a quella di New York nel 2011 – è il modo migliore per dimostrare a se stessi che nella vita non importa quanto sia lontano il traguardo quello che conta è credere sempre in ciò che si sta facendo. Se ti impegni sempre con costanza e passione prima o poi otterrai la tua medaglia… Sì è vero, magari non sei stato il più veloce o non sei arrivato quando avevi programmato ma non importa, di sicuro hai attraversato quel traguardo che ti eri posto e sei la persona più felice del mondo».
Ieri l’entusiasmo ha lasciato il posto alla paura: «Sono molto felice di sapere che tutti i miei amici corridori e le loro famiglie sono sani e salvi – ha scritto Dafne qualche ora fa sul suo profilo facebook –. È stato orribile e sono in shock… Correre per me non sarà più lo stesso!». Ma da oggi più di uno le sarà grato.
«Come cittadino e come sindaco di Lamezia voglio sottolineare l’azione solidale della nostra giovane concittadina, dottoressa Dafne Cardamone, che durante i momenti tragici del gravissimo attentato di Boston, ha aiutato e soccorso i partecipanti alla maratona coinvolti nell’esplosione. Un gran bel gesto». È quanto ha dichiarato il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, dopo aver appreso della notizia pubblicata da Repubblica e ripresa dal Corriere della Calabria.
In serata, la volontaria ha raccontato quei frangenti tragici: «Ero tra i volontari del mio team, Somerville Road Runner, a distribuire acqua al chilometro 30, a Newton, lontano dodici chilometri dal luogo dell’esplosione. Quando ci sono state le esplosioni – ha aggiunto – tutto si è fermato. Abbiamo subito cercato di rintracciare le persone che conoscevamo e io ho fatto sapere che stavo bene. Un corridore si è fermato vicino a noi, era italiano. Dopo mi ha detto che era Antonio Mascolo. Gli ho spiegato cosa era successo e l’ho aiutato a ritornare in albergo e ho fatto così con altre due miei amici. Ho fatto quello che tutti avrebbero fatto e che hanno fatto in una situazione del genere».
A Feroleto Antico, a una decina di chilometri da Lamezia Terme, vivono la madre della giovane, dipendente comunale, e il padre, insegnante elementare in pensione. La ragazza ha due fratelli, uno ingegnere e l’altro studente di medicina all’università di Torino. La stessa strada seguita da Dafne che dopo gli studi in Piemonte si è trasferita a Boston per un master e poi vi è rimasta.
«DALLA GIOIA AL TERRORE IN UN ATTIMO»
«Un attimo prima – ha proseguito Dafne – era la maratona gioiosa e ci stavamo divertendo e l’attimo dopo abbiamo tutti avuto paura e il nostro primo pensiero è stato di contattare i nostri amici che si trovavano vicino al luogo dell’esplosione».
«Dopo attimi di panico e lacrime – ha raccontato il medico – fortunatamente nel giro di un’ora siamo riusciti a rintracciare tutti e siamo riusciti a sapere che tutti stavano bene. A quel punto mi sono diretta alla macchina insieme ai miei due amici, anche loro partecipanti alla maratona, e Antonio Mascolo. Ho accompagnato prima i miei amici e poi Antonio. A Boston era tutto bloccato, le strade chiuse e piene di polizia. Non potendo entrare nel centro in macchina ho accompagnato Antonio più vicino possibile all’albergo e da li lui è rientrato nella sua camera. Gli ho mandato un messaggio dopo poche ora per accertarmi che stesse bene».