C’era tantissima gente nella Chiesa dell’Annunciazione di Cardolo per assistere alla santa messa di ringraziamento per il ritorno a casa di Luciano Gallo, uno dei due operai rapiti in Libia e liberati pochi giorni fa. Una celebrazione liturgica presieduta dal vescovo della diocesi Mons. Luigi Cantafora e concelebrata dal parroco di Accaria don Tonino
Fiozzo, dal parroco di Santa Maria Maggiore don Pietro Folino Gallo e dal rettore del santuario di Dipodi don Antonio Astorino. Presenti anche il luogotenente della caserma dei carabinieri di Pianopoli Carmelo Carchidi , il sindaco Pietro Fazio, gli assessori comunali e rappresentanti di varie associazioni. Anche Luciano Gallo, protagonista di questa triste vicenda conclusasi per fortuna nel migliore dei modi, ha preso parte attiva alla celebrazione della santa messa sedendosi in prima fila e partecipando unitamente a tutta la sua famiglia.
Nel corso dell’omelia il vescovo ha esortato i fedeli a ringraziare il Signore per aver fatto ritornare a
casa, sano e salvo, un nostro parrocchiano, potendo così riabbracciare la propria famiglia ed ha invitato i presenti a pregare per tutte quelle persone che nel mondo sono nelle mani di terroristi, lontani dalle loro famiglie ed in uno stato di sofferenza . A conclusione della celebrazione liturgica le autorità e i presenti si sono trasferiti nella grandissima aula magna della chiesa per prendere parte ad un rinfresco offerto dall’amministrazione comunale di Feroleto Antico e preparato grazie all’impegno dell’assessore Pasquale Gallo felice per l’epilogo della vicenda e che ritiene “ giusto condividere una serata in allegria, dopo tante sofferenze e paure”..
Nel corso del rinfresco ha introdotto il momento conviviale, in qualità anche di padrone di casa, don Antonio Fiozzo, il quale ha ringraziato tutti coloro che sono stati vicini alla famiglia di Luciano Gallo ma anche dell’altro sequestrato Francesco Scalise, impossibilitato a partecipare a questo momento di raccoglimento per motivi di salute. Mons. Cantafora ha sottolineato le difficoltà che stiamo attraversando nel nostro Paese a causa della crisi economica e di come è sempre più difficile riuscire a trovare lavoro nel nostro Paese e spesso si è costretti ad emigrare in cerca di fortuna altrove per il benessere della propria famiglia. Luciano, presente unitamente alla moglie e alla figlia, ha ringraziato pubblicamente tutti per la grande manifestazione di affetto dimostrata. Momento molto commovente è stato quando la figlia di Luciano, Sara, ha letto ai presenti una lettera scritta di suo pugno ed indirizzata al padre nella quale ha raccontato di come ha vissuto lei questa triste vicenda. Le preoccupazioni – ha scritto Sara – sono state veramente tante, molte volte ho avuto paura di perderti anche se la speranza che le cose sarebbero andate bene mi hanno accompagnato sino al giorno della notizia della tua liberazione. Anzi, racconta ancora Sara, appena ti ho visto al tuo arrivo all’aeroporto, con la barba lunga, con vestiti che non erano i tuoi non ti ho riconosciuto, ma poi quando ti ho abbracciato e ti ho parlato ho provato una grandissima gioia e ho ringraziato il Signore per averti riportato a casa sano e salvo. A questo punto sono giunti gli applausi dei presenti i quali hanno voluto personalmente stringere la mano a Luciano, visibilmente provato per l’esperienza vissuta ma sereno per essere ritornato fra l’affetto della sua famiglia e dei suoi paesani. Dopo le interviste, le domande e i gesti di affetto si è dato inizio in un clima di amicizia al grande rinfresco .
FRANCO FALVO