Qualcuno, qualche giorno fa, sull’ormai noto ed interessante gruppo facebook “Sei di Feroleto se…..nel rispolverare un po del passato del paese ha ricordato che le fontane pubbliche di Feroleto Antico, quelle in ghisa per intenderci, hanno compiuto cento anni di vita. Infatti nel 1914 per volontà di Giacinto Cosentini sono state impiantate ben otto fontane pubbliche recanti lo stemma di Feroleto Antico: un soldato con una testa ed una spada sguainata in mano. Esse sono state ubicate nei rioni Vicinanzo, Granatello, e Calderone; nelle vie Roma, XXIV Maggio, Castello e Valleoscura; e nella piazza Mangani. E’ stato ricordato anche che in quel periodo il paese era all’avanguardia e godeva di una forte vitalità.
Colgo lo spunto da queste considerazioni per approfondire un po la storia dello stemma comunale che nel 1999 ha subito delle lievi modifiche. Come ho già scritto nel mio ultimo libro sulla storia del paese “Feroleto Antico: storia ed attualità” edito nel 2008 tempo fa nell’archivio del Municipio di Feroleto Antico fu ritrovato un documento del 1934 nel quale veniva deliberato di dotare il Municipio di un proprio stemma Comunale. Nella delibera del primo maggio del 1934, firmata dal podestà Giacinto Cosentini, veniva asserito che: “Assume il Comune lo stemma proprio aventi le seguenti caratteristiche: Un guerriero con una spada nella mano destra ed un testa grondante sangue nella sinistra con sfondo un castello medievale e la scritta morte a chi non è fedele in forma ovoidale”.
Il documento assume una certa importanza poiché in esso sono spiegate anche le motivazioni di tale scelta fatte risalire all’inizio del 1800. Infatti il podestà Cosentini ha ritenuto necessario adottare questo stemma poiché è stato ritrovato, nei documenti più antichi del Comune, un timbro avente le stesse caratteristiche; inoltre, negli Atti del Regio Archivio di Napoli del 1818 si rileva che il nostro Comune già ne adottava uno molto simile. Ed ancora il motto ” morte a chi non è fedele” – prosegue il podestà nel documento citato- riproduce fedelmente il significato intimo ed etimologico della denominazione “Feroleto” che significa (dal latino) “porto morte”, ed avvalora la tradizione popolare che tutti i traditori venivano puniti con la morte, riprodotta dal ritornello iscritto nello stemma “Feroleto son io che il ferro porto per dar la morte a chi non è fedele”.
Ma l’Amministrazione comunale di Feroleto Antico alcuni anni fa – sotto la guida del sindaco Giuseppe Mascaro – decise di istituire in via definitiva uno stemma ed un gonfalone che rappresentassero il Comune in tutte le manifestazioni pubbliche di un certo rilievo e sui documenti di rappresentanza. Così decise, in base all’art. 7 dello Statuto comunale che prevede l’utilizzo anche di un Gonfalone quale emblema o segno distintivo del Comune, di dare incarico ad una persona qualificata di svolgere una approfondita ricerca storica per confermare o smentire quanto già era a conoscenza di tutta la popolazione. L’incarico venne dato all’architetto Sandra De Luca la quale, dopo accurate ricerche presso gli archivi storici di Napoli e quelli comunali di Feroleto Antico, ha reso noto i risultati del suo studio. Con molta stupore si è venuti a conoscenza
della presenza nell’archivio storico di Napoli, nelle voci Vettovaglie (Voci vettovaglie B 56/la Calabria Ultra- allegato 574- foglio 31) di un sigillo di Feroleto Antico risalente al 1574 e che presenta le seguenti caratteristiche: uno scudo di forma ovale con figura di guerriero con corazza medievale avente la spada sguainata nella mano destra ed una testa recisa, grondante sangue, nella sinistra; il guerriero è posto su un monte, mentre ai due lati su piccole alture figura uno stilizzato ramo di ferula (erba perenne delle ombrellifere, alta sino a due metri, con foglie molto grandi, divise e ricche di ombrelle all’apice del fusto e dei rami, molto diffusa nell’Italia meridionale). Sul bordo di questo antico sigillo vi è riportata la scritta ” Feroleto, sempre viva chi è fedele.” Ciò discorda in parte con quanto riportato dal Fiore nel primo tomo Della Calabria Illustrata in quanto Egli parla ugualmente di uno stemma con le caratteristiche similari ma con la variante del verso scritto intorno : ”Feroleto son io, ch’ il ferro porto, per dar la morte , a chi non è fedele”.
Chiaramente ciò ha destato stupore negli stessi consiglieri comunali del tempo i quali unitamente ai cittadini, hanno sempre ritenuto che il sigillo più antico ed autentico del paese fosse quello descritto dal Fiore nella “Calabria Illustrata” ignorando completamente la presenza di un altro sigillo nell’archivio storico di Napoli. Dunque nel 1999, alla luce dei fatti e di incontestabili documenti storici, è stato deliberato che sul gonfalone comunale venisse apposto lo stemma e la scritta ritrovata dall’architetto De Luca negli archivi di Napoli risalente appunto al 1574 e che riporta la frase: “ Feroleto- sempre viva chi è fedele”.
(FRANCO FALVO)
(Notizie tratte dal libro di Franco Falvo “Feroleto Antico-storia ed attualità” edito nel 2008 da Edizione La Rondine-Catanzaro.