Si è svolto ieri pomeriggio a palazzo Cosentini un incontro per discutere della nuova tassa comunale denominata IUC (Imposta Unica Comunale). Su questo argomento, nell’incontro organizzato dall’amministrazione comunale di Feroleto Antico in collaborazione con “INFO MEDIA” NUOVE OPPORTINITA SRL di Cosenza, esperti hanno affrontato il tema relativo alla nuova “tassa unica comunale” che tutti noi cittadini saremo chiamati a pagare nel 2014. Tra i presenti in rappresentanza dell’amministrazione comunale l’assessore Pasquale Gallo, il segretario comunale Donatella Villella e dipendenti comunali di Feroleto Antico ma anche provenienti dai comuni vicini. Anno nuovo dunque “tasse nuove”. Infatti- come hanno spiegato gli esperti- questa “nuova” tassa che dovremo pagare nel 2014 e che è in corso di definizione per quanto riguarda l’attuazione dei Comuni, ha una caratteristica ben definita, ossia è composta in tre parti: quella patrimoniale, cioè l’ IMU che tassa il possesso di un’unità immobiliare; quella sui servizi indivisibili, detta Tasi, che copre i costi di quelle attività comunali offerte in modo tout court a vantaggio di tutta la cittadinanza (si va dall’illuminazione cittadina alla manutenzione delle strade); quella sui rifiuti, chiamata Tari, che prende il posto della Tares o di altre sigle utilizzate per la tassa sui rifiuti, dalla Tia alla vecchia Tarsu. Nel corso della relazione è stato spiegato che l’Imu sopravvive per i possessori di prime abitazioni di lusso, per le seconde case e per tutti gli immobili diversi dall’abitazione principale (case, capannoni, negozi, alberghi, etc). La Tasi, cioè il tributo sarà a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile. La Tari sarà a carico degli inquilini, indipendentemente se proprietari o affittuari. Comunque queste sono solo le premesse poichè nel concreto la strada è ancora tutta da definire. Tuttavia, su aliquote, detrazioni e scadenze delle singole componenti della IUC la politica continua a discutere. Un dato certo è che ai Comuni viene lasciata la massima facoltà di decidere come applicare la tassa, all’interno di uno schema pre-disegnato dallo Stato. Situazione di incertezza ancora più marcata sul capitolo aliquote e detrazioni. Specie per la Tasi non è ancora chiara quale sarà il tetto all’aliquota di base. La legge di stabilità dava come limite massimo il 2,5 per mille per la prima casa e un 10,6 per mille (derivante dalla somma di Tasi e Imu) per la seconda abitazione e gli immobili di altra categoria. Tuttavia sono in corso ritocchi, contenuti in un emendamento al decreto sugli enti locali. Il testo concede la possibilità di un incremento di questi valori dallo 0,1 allo 0,8 per mille. Tale maggiorazione sarà “spalmabile” tra abitazione principale e prelievo su tutti gli altri immobili: spetterà ai primi cittadini decidere con quale gradazione. Così come ai municipi viene lasciata la facoltà di decidere sulle detrazioni, misura “compensatoria” per chi deciderà di avvalersi dell’aumento dell’aliquota. A conclusione della relazione degli esperti sono intervenuti alcuni cittadini i quali hanno sottolineato la necessità di tutelare le fasce più deboli e la necessità di prendere in considerazione tutti i casi, uno per uno, per evitare che cittadini soli e con scarso reddito si ritrovino a pagare tributi maggiori di chi ha una posizione reddituale ben consolidata partendo dal principio che se pagano tutti si pagherà di meno mentre se ci saranno evasori le loro quote ricadranno sulle persone oneste e diligenti.
FRANCO FALVO