Recuperare il castello di Feroleto Antico potrebbe essere una delle tante iniziative per valorizzare l’ aspetto storico del paese ma soprattutto per creare un po di turismo nel nostro piccolo paese. Qualcuno potrà pensare che sono discorsi utopici perché non la ritiene una iniziativa possibile. Eppure l’altro giorno mi sono imbattuto in un articolo che parlava del recupero del castello di un comune del catanzarese, Simeri Crichi, il quale inizialmente era costituito da una piccola torre con qualche rudere sparso ma che con il totale degli interventi che si stanno facendo ( per una somma complessiva di circa 900 mila euro) diverrà a breve una struttura capace di attrarre numerosi visitatori.
Il castello di Feroleto Antico, come testimoniano diversi testi antichi, era molto grande ed in una posizione strategica . Nel corso del 1800 è caduto in mano ai privati ed è ancora oggi è di proprietà privata ed è stato abitato regolarmente sino a qualche decennio fa. Solo se un amministrazione locale dimostrasse volontà e capacità a volerlo inserire in un progetto finanziabile dalla Regione o dalla comunità europea ( cosa che in realtà stà cecando di fare l’amministrazione comunale in carica guidata dal sindaco Pietro Fazio in quanto già nel 2011 ha contattato i proprietari per un sopralluogo) allora qualcosa potrebbe muoversi anche perché i proprietari del “castello” già da alcuni anni lo hanno messo in vendita e ad un prezzo accessibile. Il paese purtroppo è stato penalizzato proprio perché nessuno dal secondo dopoguerra in poi ha pensato alla tutela storica del nostro paesaggio, a cominciare da chi ha distrutto la chiesa degli agostiniani malgrado una prima opposizione della Sovrintendenza dei Beni Culturali della Calabria e il ricorso di alcuni privati che provarono ad opporsi a tale scellerata decisione. Ma di questo ne parlerò in uno dei prossimi articoli. Inoltre tanti altri monumenti ed edifici storici potrebbero essere valorizzati ed inseriti in un percorso storico-culturale. Speriamo che il buon senso ci porti in questa direzione dal momento che il centro storico stà lentamente morendo nel senso che stà rimanendo con pochissimi abitanti. Intanto riporto solo alcune notizie storiche sul castello a testimonianza dell’importanza che potrebbe rivestire per il nostro piccolo centro. (Franco Falvo)
“Il castello, posto in alto e dominante la zona circostante, fu sede dei Caracciolo che iniziarono a governare la Contea nel 1496 e successivamente fu sede dei D’Aquino che furono padroni di questa terra sino al 1799, anno in cui la famiglia si estinse con la morte di Vincenzina Maria Pico, principessa di Feroleto.
Durante il seicento il castello venne danneggiato da violente scosse di terremoto, una prima volta il 20 luglio 1609 e successivamente il 27 marzo del 1638 allorquando fece registrare gravissimi danni. Infatti così come riportano le cronache del tempo, crollano, “ i torrioni, i condotti di freno ed i merli del castello”. Furono i D’Aquino a riedificarlo.
Da un inventario del 1761, riportato in uno studio di A. Raffaele su Storicità e sul nono quaderno feroletano, il castello viene così descritto:” castello si consiste in camere n. 9, un passetto, e un camerino delle quali camere tre sono abitabili; nella camera di sopra vi vole una finestra ed uno sopra porto e due maniglie mancante, ed un maschetto. Il camerino abitabile vi manca una finestra senza tavole nel chiancato, nelle due camere abitabile vi manca una fermatura e voltato il tetto, e risarcite le mura, e le altre sei camere sono inabitabile sincome nella consegna passata”.
Nel corso del 1800 – quando ormai la famiglia D’Aquino si era estinta – il castello passò in mano al demanio e successivamente a privati cominciando così a subire le prime trasformazioni architettoniche riguardanti solo la parte abitata mentre i muri di cinta furono lasciati in stato di abbandono. Infatti, da alcune ricerche storiche compiute dall’ associazione “Quaderni feroletani”, risulta che nel corso dell’ottocento fu venduto dal demanio all’ allora sindaco di Feroleto, Eduardo Angotti. Alla sua morte fu venduto dagli eredi alla famiglia Abramo Donato la quale provvedette a recintarlo e ad aprire una porta sulla strada vicino alla loro abitazione. Nel 1875 si verificò il crollo di un muro del castello ed il proprietario per la salvaguardia dell’incolumità delle persone eseguì delle riparazioni e vi eresse, sugli antichi muri del castello, un fabbricato che utilizzò come laboratorio.
Nei primi anni del 1900 il maniero fu acquistato dal medico Francesco Donato che lo utilizzò per molto tempo come sua dimora. Durante il periodo fascista l’intero maniero fu requisito e divenne casa del fascio ed il piazzale antistante all’ingresso, situato nella parte alta verso valle, veniva adoperato una volta a settimana per addestrare i ragazzi del paese.
Alla morte del medico Francesco Donato, avvenuta nel 1936, il castello passò in mano al figlio Franco. Questi, non avendo raggiunto la maggiore età era tutelato nei suoi affari dal cav. Ernesto Gigliotti di Mongiana. Pochi anni dopo, quello che rimaneva del castello, fu acquistato dalla famiglia Notaro che ha provveduto ad eseguire alcuni lavori di restauro per renderlo abitabile lasciando tuttavia intatti e senza trasformazioni tutti i muri intorno all’ingresso principale, quelli del giardino e quelli intorno al fabbricato che ancora oggi offrono al visitatore un immagine di quello che ha rappresentato il castello per questa importante comunità medievale. Infatti la struttura, oltre ai citati muri perimetrali, comprende due ampi magazzini al piano terra scavati nella roccia e che un tempo erano adibiti a stalla per i cavalli e deposito, tre stanze seminterrate, otto stanze al piano terra più i servizi, un ampio terrazzo coperto, un grande giardino ed un agrumeto che si estende sino al fiume. Inoltre, retrostante alla parte abitata, sino ad alcuni anni fa era possibile scorgere, nel terreno circostante al fabbricato, alcuni cunicoli- probabilmente oggi tutti intasati – che portavano in prossimità del fiume e che servivano come eventuali vie di fuga in caso di assedio.
Oggi il castello, completamente disabitato, è stato messo in vendita dagli eredi Notaro.
(notizie tratte dal libro di Franco Falvo: Feroleto Antico, storia ed attualità)”