Era il 15 giugno del 1973 quando Feroleto Antico perdeva uno dei suoi simboli più belli: una secolare e rigogliosa pianta che abbelliva la piazza centrale del paese. Una forte tromba d’aria pose fine alla sua esistenza sradicandola e scaraventandola sull’asfalto. Si trattava di un bellissimo esemplare di celtis australis, appartenente alla famiglia delle olmacee conosciuto anche col nome di bagolaro. Ma i feroletani – che alla notizia della sua caduta si precipitarono quasi increduli nella piazzetta per farsi testimoni di quel triste evento – avevano sempre indicato la pianta col nome di “mbillì” per via dei piccoli frutti neri a pallina. Da tempo una malattia le aveva attecchito il tronco indebolendolo e ciò ha contribuito notevolmente alla sua morte, infatti la terribile tromba d’aria ha trovato minore resistenza nell’arbusto. Gli anziani del paese, soprattutto nei periodi caldi, si radunavano sotto la frescura dei suoi rami per trascorrervi gran parte della giornata improvvisando delle interminabili partite a briscola o commentando episodi di vita quotidiana. Mettendo da parte la leggenda, che vuole che Federico Barbarossa sostò col suo cavallo sotto questo albero rifocillandosi con i suoi frutti, c’è da ritenere che il grande bagolaro fu piantato a Feroleto Antico dopo la rivoluzione francese come simbolo di libertà unitamente a tutti gli altri alberi piantati nel lametino ed in tanti altri paesi della Calabria.. Nel 1998 l’amministrazione comunale del tempo, su sollecitazione di molti cittadini, ha ridato quel simbolo alla piccola piazzetta ripiantando nello stesso punto un nuovo mbillì. La giovane pianta è stata spiantata a poche centinaia di metri dalla piazzetta e mediante l’aiuto di una pala meccanica gommata è stata trasportata e ripiantata nello stesso luogo del vecchio e tanto amato albero.
(Notizie tratte dal libro di Franco Falvo: Feroleto Antico, storia ed attualità, ed. la Rondine, 2008)