VECCHI RICORDI: Quando fu recuperata quella preziosa e storica campanella del convento dei San Filippo e Giacomo finita prima nella chiesa di San Nicola e dal 1992 nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Alla presenza del sindaco Rialti e di S.E. Mons. Rimedio, il 20 agosto del 1992 nella parrocchia di Santa Maria Maggiore in Feroleto Antico, è stata suonata la storica “campanella di San Nicola“. Questa campana dalle modeste dimensioni e dal peso di 40 Kg, risale, come ci testimoniano gli scritti di alcuni storici, a circa 14 secoli fa. L’abate Fiore scrive al proposito nella sua “Calabria illustrata”: “San Filippo e Giacomo di Feroleto, monasterio antichissimo fabbricato sopra l’eminenza di un colle, che riguarda l’abitato dalla parte orientale, che oggidì chiamasi San Filippo,e di cui tuttora nei tempi presenti se ne veggono le rovine. L’antichità si argomenta da una campana di 200 libbre incirca, cioé un soldato con ferro e con un teschio in mano, e vi è ancora a chiarissimi caratteri l’anno in cui fu fatto, ed è il 616“. Questo passo è importantissimo per comprendere la storia della campana, poiché da ciò si desume che essa era posta nel vecchio e l’ormai scomparso monastero del SS Filippo e Giacomo e, successivamente, fu trasferita nella chiesa di San Nicola in piazza Mangani. Il trasferimento dovette avvenire tra il 1600 e il 1700 quando il cenobio di San Filippo e Giacomo cadde in commenda. Molti dei suoi beni furono quindi asportati dai proprietari limitrofi, quello che invece rimase fu venduto dalla Cassa Sacra. La “campanella” forse dovette finire in mano a qualche religioso o devoto feroletano che, mosso da attaccamento al paese, decise di affidarla alla chiesa di San Nicola. Altro storico che menziona la campanella è Pasquale Pacichelli, che nella sua opera “Il regno d’Italia in prospettiva”, del 1703 afferma: “Vi sono parecchi ruderi di importanza storica, quelli della Badìa di San Filippo e Giacomo: una campana della suddetta Badìa fusa nel 1606 è
attualmente nella chiesa di San Nicola del palazzo di Federico (…)“. Da ciò che afferma Pacichelli si può supporre che l’antica campanella sia stata fusa più di una volta e che originariamente era di dimensioni più grandi. Infatti il Fiore ci parla di una campana di 200 libbre, ossia circa 66 Kg, mentre oggi non ne pesa più di 40. Comunque, avvicinandoci alla storia recente, bisogna dire che nel periodo della seconda guerra mondiale, la chiesa di San Nicola venne sconsacrata da Monsignor Giambro e fu trasformata per breve tempo in ricovero per muli e asini. I pochi beni che erano rimasti nella chiesa malridotta, furono venduti, e la campanella venne acquistata dalla famiglia Mastroanni, la quale negli anni seguenti l’affidò al Comune affinché la utilizzasse per suonare le ore del grande orologio del campanile della chiesa di Santa Maria Maggiore, di pertinenza degli amministratori. In cambio di tale affidamento quest’ultimi dovevano versare l’esigua somma annuale di 5 lire (gesto simbolico di gratitudine preteso dal donatore) al signor Gildo Mastroianni. Forse ignorando il valore storico della campanella, fu interrotta questa tradizione ed il proprietario, verso la fine degli anni ’60 se la riprese. Fino al 1989 non si ebbero più notizie della “campanella”, sino a quando il signor Pino Nicotera – un feroletano appassionato di oggetti antichi – risollevò nel parroco, Don Giulio Fazio, il desiderio di riprendere le ricerche. In principio di pensò che essa fosse finita in una chiesa degli Agostiniani a Napoli com’è accaduto per molte altre campane del circondario, ma dopo una serie di ricerche epistolari con questa lontana parrocchia, al fine di conoscere e rintracciare i nuovi possessori, si scoprì (grazie al fratello del sig. Pino Nicotera recatosi personalmente a verificare la veridicità della notizia) che la “campanella” si trovava nel Lametino. Ben presto si appurò che l’antichissima campana era in possesso della signora Franca Mastroianni di Lamezia Terme, la nipote del vecchio proprietario. La particolare solerzia ed insistenza adoperata dal parroco Don Giulio Fazio e dai fratelli Nicotera per compiere detta ricerca, alla fine hanno convinto la famiglia Mastroianni a donare definitivamente la campana alla parrocchia di Santa Maria Maggiore, perché essa risuoni in occasione di ogni battesimo. La “campanella” può essere ammirata nella navata destra del luogo sacro. Art. di Franco Falvo tratto da “Storicittà rivista d’altri tempi”. (Anno 1992)