Cari lettori, colgo l’occasione per fare una breve considerazione personale in seguito alla diffusione giorni fa del calendario degli appuntamenti della festa della Madonna di Dipodi. Questo santuario, uno dei piu’ antichi della regione, oggi si presenta in una straordinaria forma grazie soprattutto alla intraprendenza del rettore don Antonio Astorino ma negli anni precedenti alla sua nomina non si poteva certo dire altrettanto. Probabilmente perché essendo il santuario stesso alle dipendenze del parroco della parrocchia di Feroleto Antico veniva messo in secondo piano non solo per motivi organizzativi ma anche perché nessuno aveva colto la natura storica del luogo. Ma la scelta di nominare un rettore per un luogo cosi’ importante a mio avviso è stata una scelta azzeccata poichè – con l’ autonomia gestionale – si puo’ operare con maggiore libertà e determinazione. Inoltre, se come responsabile viene nominato anche un parroco del luogo che ne conosce la storia millenaria e le potenzialità, come don Antonio Astorino, allora un luogo di spiritualità e di devozione puo’ varcare i confini regionali ed essere un punto di riferimento per pellegrinaggi e spiritualità. Ed oggi il santuario lo è in tutta la sua bellezza e straordinarietà.
Della sua storia ne ho parlato ampliamente anni fa nel mio libro “Il santuario di Dipodi” ed in alcuni convegni dove sono dimostrate le sue origini millenarie. L’ aver salvato questo luogo dall’abbandono e dalla dimenticanza mi riempie di gioia. Ma non posso dire altrettanto di tante testimonianze storiche che invece a Feroleto centro, nel corso degli anni passati, sono state distrutte e sacrificate in nome di un progresso che non c’è mai stato. Non voglio mettere il dito sempre nella stessa piaga parlando di come errori di valutazione urbanistica hanno portato alla demolizione del convento degli agostiniani e di altri edifici, simboli del passato storico del paese, che oggi avrebbero potuto aiutarci in un percorso diverso di sviluppo ma voglio solo suggerire a chi amministra questi piccoli centri storici della Calabria di valutare sempre attentamente le scelte che si andranno a fare. “A mpetrata”, demolita quasi mezzo secolo fa e rifatta a quel tempo in cemento da un amministrazione comunale che a mio avviso ha snaturato la vocazione storica di Feroleto, si stà rifacendo solo oggi- in uno stile degno di un antico paese- grazie all’amministrazione comunale in carica. Sarebbe bastato nel nostro paese un piccolo intervento di riqualificazione storica per ogni anno di amministrazione comunale per aver oggi un risultato eccellente. Ma siccome quando si amministra non si opera per il bene della collettività ma solitamente per le proprie ambizioni personali allora ogni sogno di rinascita del paese viene puntualmente disatteso e frantumato prima ancora di nascere.
Nota: In alto il manifesto con tutti gli appuntamenti per la festa al santuario di Dipodi.