L’Italia è ricca di persone umili che con il loro esempio e la loro Fede hanno trasmesso agli altri delle testimonianze molto forti. Una di queste è senz’altro Rachelina Ambrosini, un personaggio che non conoscevo ma che ho conosciuto grazie ad una persona, Orsola di Maio, interessata a conoscere il nostro santuario di Dipodi perché rimasta incantata dalla sua semplicità e bellezza. Orsola mi ha chiesto notizie sul santuario di Dipodi e nel ringraziarmi mi ha regalato un opuscoletto interamente dedicata alla vita di Rachelina Ambrosini, la serva di Dio richiamata dal padre alla sola età di 16 anni, che ho letto con molto interesse poiché ho avuto modo di cogliere l’umiltà, la Fede ma anche la cultura di questa fanciulla scomparsa alla sola età di 16 anni. In particolar modo mi hanno colpito i suoi pensieri tratti da alcuni scritti che ella ha lasciato. Ne riporto qualcuno: “La sofferenza è come una mandorla amara. Tu la butti via, credi che sia finita nella fredda terra. Invece ripassando per quel posto, dopo alcuni anni, troverai un bel mandorlo in fiore”; oppure: “ Molte sono le gioie della vita, ma una sola è la più bella, che nemmeno noi sappiamo a volte definire: è la gioia del cuore”; oppure “Anche se mi dovessero battere, non ripagherò mai della stessa moneta. E’ tanto bello perdonare!” e per finire “ Il denaro e la ricchezza non servono a nulla, ma
quello che conta è la bontà del cuore”. Sono delle frasi molto profonde e veritiere sintomo di una maturazione interiore molto profonda di questa giovane strappata alla vita alla sola età di 16 anni. Rachelina Ambrosini nacque il 2 luglio del 1925 nella frazione “Passo di Campanarello” allora comune di Pietradefusi in provincia di Avellino . Figlia unica del dottore Alberto Ambrosini e di Filomena Sordillo visse solo sedici primavere ma in questo arco di tempo “come un angelo passò tra le miserie della vita, diffondendo la grazia del suo sorriso, la vivacità della sua intelligenza, la bontà del suo cuore. Prediligeva i piccoli, gli umili, i poveri cui manifestava ogni forma di carità. Da alunna delle elementari donava ogni giorno la propria merendina ai compagni più indigenti che ne erano privi.”Durante il corso elementare la giovane fu colpita dal morbillo, e la sua forzata assenza dalla scuola provocò un senso di grande vuoto nella classe. Fu proprio in questa occasione che Rachelina rivelò con la connaturata spontaneità alla maestra Ester Villani, che si era recata a farle visita, una “strana esperienza” avuta nel corso della malattia: “Sapete – affermò con tono scherzoso – ho sofferto molto perché vedevo mamma mia sempre piangente, ma io ero sicura che non sarei morta, perché ho visto Sant’Antonio che mi ha detto: “Di questa malattia guarirai subito e bene, ma sappi che a quindici anni tornerò per prenderti””. A queste parole tutti risero, ci rise sopra anche Rachelina. Nell’autunno 1939 una forma di otite molesta e purulenta la tenne a lungo lontana dalla scuola e, soprattutto, mise alla prova la sua serenità abituale. Da quel momento, cominciò per la giovane Rachelina Ambrosini il lento e inesorabile cammino di sofferenza verso il Cielo. Venne iscritta al “Liceo Cabrini“, ubicato nel quartiere romano dei Parioli, gestito dalle Suore Missionarie della Carità di S. Francesca Saverio Cabrini. Ancora una volta la giovane era costretta a stare lontana dalla sua Irpinia, ma obbediente ai genitori, e animata dal desiderio di accontentarli, il 10 ottobre 1940 partì per Roma, raggiungendo l’Istituto Cabrini. Nulla, però, faceva presagire a Rachelina che la morte si stesse avvicinando a rapidi passi verso di lei.Morì a Roma il 10 marzo del 1941 strappata da un male incurabile. L’otto aprile del 1995 nel duomo di Benevento si è chiuso il processo Diocesano per la canonizzazione della serva di Dio Rachelina Ambrosini. Il 10 maggio 2012 il Santo Padre, Papa Benedetto XVI, ha promulgato il decreto della sua Venerabilità. Si è in attesa della sua beatificazione. Fra le tante iniziative intraprese dalla Fondazione Rachelina Ambrosini c’è “La Casa degli Aquiloni”, un progetto che si sta realizzando in Nuova Papua Guinea ed è la costruzione di un centro di accoglienza, con una scuola dotata di una cucina, di un ambulatorio, di un parco giochi, di una cappella; il tutto affidato alle Suore Missionarie Catechiste di Santa Teresa del Bambino Gesù di Tayabas — Filippine.
FRANCO FALVO