Sarà presentato venerdì prossimo, 28 marzo con inizio alle ore 19,00, presso l’hotel ristorante Sagapò di Falerna Marina un interessante libro di storia locale dal titolo “La Calabria del Settecento” edita da Calabria Letteraria Editrice. Il libro “La Calabria del Settecento” di Armando Orlando e Armido Cario è stato finalista alla terza edizione del Premio Letterario “Ferula d’oro” che si è svolto a Feroleto Antico 28 dicembre 2013 . Modera l’incontro Alessandra Giuliana Granata, giornalista e redattrice editoriale. Il libro ricostruisce gli accadimenti della regione seguendo due direttrici.
Una riguarda le dinamiche di sistema, nazionali ed internazionali; in poche parole, la politica estera degli Stati italiani e delle potenze estere: in questo secolo gli inglesi occupano Gibilterra, gli Asburgo si spingono a Oriente fino alle Porte di Ferro, i Savoia diventano re, la Russia si apre alla civiltà europea, gli schiavi neri si ribellano per la prima volta ai Francesi nell’isola di Hispaniola. L’altra riguarda le cause storiche che determinarono il contesto amministrativo e gli stili di vita dei calabresi del Settecento; con la regione che conosce un forte incremento demografico e poi la carestia, con l’assalto alla montagna e la trasformazione dei boschi in seminativo, con le piante di gelso che vengono abbattute per lasciare il posto alle piante di ulivo, con gli incendi (le “cesine” di antica memoria) che completano l’assalto ai boschi e contribuiscono a provocare una situazione di dissesto idrogeologico i ci effetti si sentono ancora oggi. Gli autori hanno scelto il Settecento perché questo è stato un secolo di mutamenti economici, politici e sociali che hanno interessato tutte le terre, allora conosciute, del nostro pianeta. Non solo illuminismo, con la riaffermazione vigorosa della ragione e delle sue capacità critiche, ma anche rivolta delle colonie americane contro la madrepatria britannica e presa della Bastiglia, punto di snodo della Rivoluzione francese. Sotto molteplici sfaccettature, il Settecento assume il ruolo di secolo spartiacque: non solo per i progressi tecnologici e per la nascita del modello industriale, quanto per il movimento letterario, filosofico ed ideologico europeo.
Un secolo foriero di novità ed innovazioni, che si sono diffuse rapidamente e che sono diventate abitudini, routine della nostra vita quotidiana: con le uova di Pasqua di cioccolato, inventate dagli Olandesi; con il primo quotidiano, uscito in Inghilterra nel 1702; con il primo ristorante della storia, aperto a Parigi nel 1763; con Milano, prima città italiana ad illuminarsi materialmente con un sistema di lampade ad olio sospese e ad adottare la denominazione delle strade e la numerazione delle case, con i “savoiardi”, termine apparso per la prima volta nel 1722 in una nota spese a Venezia, che ha dato il nome ai tipici biscotti, a base di farina, preparati per la prima volta nelle cucine dei duchi di Savoia, in occasione di un banchetto allestito per una delle rare visite del re di Francia; con l’ora legale, le cui origini risalgono al 1725, quando la sua convenienza fu intuita da Benjamin Franklin, uomo politico, pensatore e scienziato americano, delegato alla Costituente degli Stati Uniti e padre di una nota teoria sull’elettricità; e, infine, con il dollaro, adottato dagli USA come moneta nazionale nel 1792.Un secolo ricco di contraddizioni, il Settecento, durante il quale la Massoneria diventa speculativa, al Nord viene adottato per la prima volta il Tricolore, nel Sud la colonia di San Leucio rappresenta un esperimento economico e sociale avanzato; ma la repressione borbonica si contrappone alle idee di libertà propagate dalla Rivoluzione francese e a Napoli si registrano i primi martiri del Risorgimento italiano.
Un secolo in cui la Calabria vive una profonda trasformazione. Uscita dalla crisi demografica del Seicento, la regione vede aumentare la popolazione, ma il sistema economico non regge ed aumenta anche il peso delle carestie e della miseria. La rivoluzione industriale, che altrove genera ricchezza e fa crescere la classe media, in Calabria provoca una pesante crisi economica; a soffrire è l’agricoltura, ma pure l’arte della seta, ed allora cambia l’intero paesaggio: gli alberi di gelso, le cui foglie servivano per alimentare il baco da seta, vengono abbattuti ed al loro posto sono piantati ulivi; ma le tecniche di lavorazione arretrate ed i pregiudizi che ancora condizionano gli individui (potare gli ulivi porta male, diceva una credenza popolare) incidono sulla qualità del prodotto, e l’olio calabrese finisce per essere utilizzato nei paesi europei per la manutenzione degli ingranaggi delle macchine industriali e per il sapone di Marsiglia, preparato secondo l’antica ricetta del re Sole. Gli insegnamenti del Settecento – scrivono Orlando e Cario – sono validi ancora oggi, tant’è vero che proprio in questo secolo Antonio Jerocades, chiamato l’«abate rosso» per le sue idee, convinto che ogni cambiamento politico necessitava di un preventivo mutamento in campo pedagogico, auspica una rivoluzione culturale in grado di creare le condizioni per una trasformazione radicale della società. E’ un libro che merita di essere letto, per l’attualità degli argomenti, ma pure per capire le ragioni e le cause che hanno determinato la società calabrese per come si presenta oggi al nostro sguardo.
(recensione tratta da Settimana di Calabria n. 39/2007)
FRANCO FALVO