Purtroppo è sempre così. Quando meno ce lo aspettiamo le persone care ci lasciano, ci abbandonano ma non per volontà loro, solo per uno sporco gioco del destino che vuole che il nostro passaggio su questa terra sia limitato e, questo limite, non ci è dato modo di conoscerlo ossia siamo costretti ad abbandonare la nostra vita terrena senza poter prevedere ne come, ne quando e ne perché. E così l’inizio del 2015 ha portato via un nostro fratello molto stimato ed apprezzato soprattutto per la sua umiltà, per il suo modo di essere e per l’amore verso il proprio paese natio dove ha scelto di sposarsi e di rimanere. Francesco Mancuso faceva parte di quella schiera di giovani che negli anni 70 ravvivavano il paese con tantissime iniziative ma lui, in particolare, aveva imparato molto bene l’arte di dipingere frequentando il liceo artistico a Catanzaro. E’ stato un artista che non hai mai amato mettersi in mostra ed apparire sui giornali, ma ha sempre amato esercitare questa arte con molta umiltà e nell’ ombra; i suoi soggetti quasi sempre sono stati angoli suggestivi e pittoreschi del nostro paese o della Calabria intera. Poco più di sessant’anni sono pochi per lasciare questa terra, per lasciare le persone più care e gli amici, ma Francesco in questo arco di tempo ha comunque saputo intrecciare una matassa di amore verso Feroleto Antico, verso la sua famiglia, verso gli amici ma anche verso i suoi studenti e colleghi di lavoro. Francesco ha insegnato in tante scuole, soprattutto del lametino, educazione artistica, e per questo nel circondario è conosciuto soprattutto come docente ma nel nostro piccolo paese lo abbiamo apprezzato di più come uomo prima ancora che come artista, anche se è uno dei primi e pochi pittori del nostro paese. Le sue opere, molto realistiche e spesso dai colori vivaci e forti, si trovano in tantissime abitazioni e non solo di Feroleto. Ha partecipato , soprattutto nella sua età giovanile, a tantissimi mostre ricevendo lusinghiere attenzioni ed apprezzamenti ma lui non se ne faceva vanto. Fu lui a dipingere la prima copertina del mio esordio letterario, ossia il mio libro di poesie “L’ultimo sole di primavera” scritto nel 1989. Per non dimenticare il bellissimo quadro raffigurante la mia abitazione che realizzò in occasione del mio matrimonio e che mi regalò come dono di nozze e che ora è appeso nel soggiorno di casa mia ad abbellire le pareti . Francesco Mancuso mi piace ricordarlo così, sempre presente nella mia vita attraverso le sue tele ma anche nei discorsi che facevamo di tanto in tanto sul futuro paese. Come me anche lui era un amante della storia di Feroleto Antico e desiderava tanto vederlo cambiato questo nostro “sfortunato centro”, desiderava tanto vedere migliorata la vita sociale e con essa la conservazione delle antiche cose appartenenti al passato. Ricordo che qualche giorno dopo l’inaugurazione del museo, un po dolorante per la malattia che se l’è portato prematuramente via dopo tanta sofferenza, venne a visitarlo e rimase soddisfatto poiché aveva notato che ancora qualche cosa del passato era rimato ed era stato custodito. Di primi acchito non mi sento di aggiungere altro in questo momento di tristezza anche perché nessuno si aspettava questa situazione improvvisa e dolorosa. Non possiamo che unirci al dolore della moglie Teresa, dei figli Angela Rita e Antongiacomo nonché della sorella Maria, di Lucio e di tutti gli altri parenti che in questo momento stanno vivendo momenti carichi di sofferenza. Non ti dimenticheremo Francesco, perché le persone umili sono sempre quelle che valgono di più e che non cadranno mai nell’’oblio. E’ vero, lasci un vuoto incolmabile ma attraverso le tue opere artistiche che sono un omaggio alla storia e alla dignità del nostro paese, ti continueremo a vedere e a sentirti tra noi in mille sfumature e in mille colori diversi. A presto………….. Franco Falvo