Quello che è successo alla Camera di Commercio di Palermo, con l’arresto del suo Presidente Roberto Helg, è un campanello d’allarme molto serio. Ci invita a metterci in guardia e a scavare la presenza della corruzione laddove dovrebbe esserci legalità indissolubile, ferrea e di esempio per i giovani. E invece no. Da questa vicenda mi viene da riportare un passo di un articolo apparso oggi sul Garantista a firma di Vincenzo Vitale che scrive: “Chi è davvero antimafia? Il prete che gita l’Italia per convegni e tavole rotonde e non si perde una fiaccolata o quello che se ne stà in Parrocchia a curare le anime, faticosamente giorno dopo giorno, magari dividendo il pane con chi non ne ha più? Il magistrato che ne fa un vessillo per avanzare in carriera, divenendo quasi intoccabile, o quello che curvo sulle brossure dei codici, ai più sconosciuto e lontano dai riflettori, riesce a ripartire le ragioni dai torti, cercando di sbagliare il meno possibile? Il docente che organizza con scadenza inesorabile l’incontro del politico “antimafia” con i ragazzi o quello che se ne fa vero maestro ed amico? Il sindaco che non si perde una comparsata televisiva per ribadire la sua “antimafiosità” o quello che bada alla buona amministrazione della sua città?”
Domande forse retoriche e scontate ma alla luce di questa vergognosa vicenda che è venuta a galla a Palermo dobbiamo stare molto attenti a come si comportano alcune istituzioni non nelle facciate e nelle uscite pubbliche ma nella quotidianità. E’ facile dire scendiamo in piazza per la legalità, contro la povertà, contro i soprusi, contro i suicidi degli imprenditori ed altre situazioni mirando solo ad accrescere la propria posizione istituzionale o pubblica e in realtà senza affrontare il problema nello specifico .
Bisogna stare moto attenti perché a volte proprio che sventola la bandiera dell’antimafia e dell’ anticorruzione è proprio colui che non fa il proprio dovere……..
FRANCO FALVO