Si è celebrato ieri sera nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Feroleto Antico il sacro rito dell’ultima cena. Don Tommaso Boca insieme ai dodici apostoli nel corso della celebrazione liturgica ha ripercorso il sacro rito dell’ultima cena e a conclusione della Santa Messa ha benedetto il pane che poi è stato distribuito a tutti i fedeli che vi hanno partecipato. Questa sera, invece, con inizio alle ore 18,30 e partendo dal rione Ponte si svolgera’ la Via Crucis che sarà animata dai giovani.
Come si può apprendere dal catechismo della chiesa cattolica “ Al centro della celebrazione dell’Eucaristia si trovano il pane e il vino i quali, per le parole di Cristo e per l’invocazione dello Spirito Santo, diventano il Corpo e il Sangue di Cristo. Fedele al comando del Signore, la Chiesa continua a fare, in memoria di lui, fino al suo glorioso ritorno, ciò che egli ha fatto la vigilia della sua passione: « Prese il pane… », « Prese il calice del vino… ». Diventando misteriosamente il Corpo e il Sangue di Cristo, i segni del pane e del vino continuano a significare anche la bontà della creazione. Così, all’offertorio, rendiamo grazie al Creatore per il pane e per il vino, 162 « frutto del lavoro dell’uomo »,
ma prima ancora « frutto della terra » e « della vite », doni del Creatore. Nel gesto di Melchisedek, re e sacer
l’Ultima Cena per usare , termini più semplici , è il nome con il quale nella religione cristiana si indica la cena di Gesù con gli apostoli durante la pasqua ebraica, precedente la sua morte. Si tenne nel luogo detto del Cenacolo. Il giovedì mattino i discepoli si presentarono a Gesù e gli chiesero in quale luogo egli volesse celebrare la Pasqua ebraica. Gesù mandò due discepoli in città dicendo loro che avrebbero incontrato lungo la via un uomo con una brocca d’acqua, diretto verso la casa del suo padrone. I due avrebbero dovuto seguirlo e chiedere al padrone di casa se era possibile per Gesù celebrare la Pasqua nella sua dimora. “Uno di voi mi tradirà. Terminata la lavanda dei piedi Gesù riprese posto a tavola. Questi, mentre gli apostoli continuavano la cena, rivelò che uno di loro l’avrebbe presto tradito. I discepoli, entrati in confusione, chiesero al maestro chi di loro fosse il traditore e per ultimo Giovanni, su consiglio di Pietro, avvicinatosi a lui, gli chiese di mostrarglielo. Ai tempi in cui viveva Gesù si era soliti mettere nel tavolo alcuni vassoi comuni nei quali si intingeva il pane o le erbe amare. Gesù intinse dunque un boccone di pane e lo porse a Giuda Iscariota dicendo: “Quello che devi fare, fallo presto“. Nessuno dei commensali comprese però il significato di tale gesto e Giuda ebbe dunque la possibilità di alzarsi e di andare via (secondo il vangelo di Luca, Giuda esce dal cenacolo subito dopo l’istituzione eucaristica). Secondo il vangelo di Matteo, Gesù avvertì gli apostoli che il traditore sarebbe stato colui che avrebbe intinto insieme a lui la mano nel piatto; identificando in questo modo Giuda come il suo traditore.
Mentre la cena continuava, Gesù, improvvisamente, prese del pane e, dopo aver pronunziato la preghiera di benedizione, lo spezzò e dandolo ai discepoli disse: “Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me“.
Poco dopo prese un calice colmo di vino e dopo averlo benedetto allo stesso modo disse: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.“
L’Eucarestia è la ripetizione del gesto che Gesù compie, di offerta del pane e del vino come simbolo di offerta del proprio corpo e sangue, così come descritta nei vangeli.